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Esserci non basta, bisogna farsi conoscere e riconoscere
I testi di un sito web sono molto spesso il cuore pulsante di quest’ultimo, poiché da un lato contribuiscono al posizionamento organico dello stesso, dall’altro servono a rispondere in maniera pertinente alle esigenze degli utenti. Attenzione però: non tutti i testi sono uguali. Per questo ci si deve chiedere cosa voglia dire scrivere contenuti in ottica SEO nel 2020.
Quali sono i segreti che ogni bravo copywriter dovrebbe conoscere?
Sappiamo bene che, di tanto in tanto, Google aggiorna il proprio algoritmo, quindi anche chi si occupa di copywriting deve essere costantemente sul pezzo, per non rischiare di produrre contenuti inutili.
Saper scrivere per i motori di ricerca è importante, e quasi sempre vuol dire saper scrivere innanzitutto per i propri utenti; ed è per questo motivo che si deve cercare di capire quali sono le esigenze di questi ultimi. Si tratta di un mestiere, quello del SEO copywriter, che può essere decisamente delicato e sicuramente prezioso per tutti coloro i quali sperano di far posizionare il proprio sito web più in alto nei risultati di ricerca: preferibilmente la prima pagina di Google.
Scrivere per gli utenti e per Google, quindi, presuppone un’approfondita conoscenza dell’ultimo algoritmo e delle regole base in termini di individuazione di topic interessanti. Restando sugli algoritmi, però, a fine 2019 abbiamo avuto la grande novità comunemente conosciuta come BERT. Cosa è cambiato concretamente?
Da anni si dice che content is the king, il contenuto è il re della comunicazione. Niente di più vero. È proprio per questo motivo che BERT è stato ideato per rendere il contenuto ancora più centrale nella struttura comunicativa.
Questo nuovo algoritmo riesce a formare dei modelli linguistici incentrati su un intero intento di ricerca. Non si guarda più l’ordine delle parole in una frase, ma queste ultime vengono riconosciute e comprese in relazione al contesto. Cosa significa? Semplicemente che Google è diventato ancora più intelligente e in grado di riconoscere le varie sfumature di significato che si danno non solo alle parole ma anche alle intere frasi.
Siamo di fronte ad un vero e proprio modello linguistico in grado di riconoscere il senso di ogni specifica parola all’interno di una frase di senso compiuto. Una lettura d’insieme, se così si vuole dire, che renderà più fluida la scrittura dei contenuti. A maggior ragione, quindi, un contenuto deve essere scritto per l’utente finale e non solo per il motore di ricerca. Negli ultimi anni, però, sono stati creati tanti, troppi siti e altrettanti contenuti scritti per posizionarsi su Google e non per rispondere alle effettive esigenze del lettore. Questo modello è destinato a fallire, non c’è dubbio.
Che si tratti di consigli, prodotti o servizi, che la parola chiave sia di tipo informativo o commerciale, il lettore deve trovarsi dinanzi a dei contenuti che siano costruttivi, informativi e decisamente utili rispetto all’intenzione e al bisogno che ha esplicitato con la propria ricerca.
Non si può pensare di scrivere contenuti in ottica SEO senza tenere sempre a mente questa grande novità che ha caratterizzato gli ultimi mesi del 2019 e che indicherà la via anche per il 2020 e gli anni a venire.
Bisogna cambiare innanzitutto il proprio modo di scrivere e di pensare per essere premiati da Google.
Solo dopo aver compreso questo fondamentale concetto potrai pensare di ottimizzare i classici elementi on-page, che ad oggi tante persone credono essere l’unica cosa importante per la SEO. Parliamo ad esempio di: titolo, parole chiave, paragrafi, headings ecc.
Esserci non basta, bisogna farsi conoscere e riconoscere
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